Il brutto anatroccolo

02/09/2021

testo Lucia Bazzi
voce recitante Marco Amodio
illustrazioni Silvia Carbotti

Un giorno d’aprile vicino a uno stagno,
mentre dei cigni facevano il bagno,
da un uovo dischiuso uscì un bel pulcino,
di color scuro un po’ biricchino.

La mamma lo vide e disse: “Povera me,
tu non sei mio figlio, sai il perché?
Le mie piume son bianche come la neve
e il mio collo è lungo, mentre il tuo è breve.

Sei brutto e goffo, un po’ magrolino,
per esser mio figlio sei proprio bruttino.
Forse le uova son state scambiate
da un altro animale son state rubate.

Vattene via, vai via lontano
tu sei piccino e molto strano.
Io non ti voglio vicino a me,
perché mi vergogno, mi vergogno di te.

Così il piccolino, triste e piangente
Si mise in cammino su e giù lentamente,
solo alla sera stanco e stremato
in un pollaio si è sistemato.

Ha trovato riparo con altre galline
Con altri fratelli e sorelline.
Il tempo passava beatamente
Beccando e giocando felicemente.

Un giorno passando vicino a un fiume
Vide nell’acqua le sue candide piume.
Diverso lui era dalle altre galline,
dai suoi fratelli e sorelline.

Chi sono? Si chiese e cercò la risposta
Di notte di giorno, senza mai sosta.
E la risposta presto arrivò
quando al lago si avvicinò.

Lì c’erano uccelli molto eleganti,
che di nuotare non erano stanchi.
Incredulo, disse: “Son uguale a loro”,
e tutti insieme fecero un coro.

Un coro felice per aver ritrovato
Quel bel pulcino che era stato scacciato,
da una madre cattiva e prepotente,
che non aveva capito proprio un bel niente.

E voi che sapete il COME … e il PERCHE’,
provate un po’ a spiegarlo anche a me.
Spiegatelo ai sordi, ai ciechi e agli stolti.
Affinché, anche loro diventino colti,
e imparino, quindi, a capire com’è
che una piccola anatra è diventata un RE!

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